mercoledì 16 ottobre 2013

"IL MOMENTO DEL CAMBIAMENTO E' L'UNICA POESIA" Adrienne Rich

DEDICA.
 


Chissà quanti di noi e di voi avrebbero mai pensato di vedere il SUS, vent'anni dopo, ancora vivo e vegeto, rinato, in forze e pieno di energia.

Chissà quanti di voi, in quel freddo novembre del novantatré, avrebbero potuto pensare che, venti primavere dopo, questa creatura potesse essere ancora in piedi e, anzi, come l'araba fenice ha trovato la forza per ergersi dalle proprie ceneri distruttrici, così, questo luogo di studio, di cultura, di socializzazione e di pace è riuscito ad migliorarsi ed aprire una nuova sede.



La stanza è cambiata, ma l'animo resta sempre lo stesso.



Proprio in luce di questa svolta si rende d'obbligo una dedica a tutti voi e a tutti noi, voi e noi, insieme, l'anima del SUS.

Ricordiamo in primis Fornase tutta, ogni membro di questa comunità che ci ha accolto, ospitato, che ci ha visto crescere accanto ai propri figli che, oggi, forse, vengono a studiare proprio all'interno delle nostre stanze.

Ricordiamo tutti bene gli orrendi caffè che la macchinetta, vecchia ma stoica, ci ha servito, permettendoci di tirare notte fonda, chini, sopra i libri.

Ricordiamo con affetto i vari posacenere che si sono susseguiti, che, mirabilmente, hanno resistito a decine di principi d'incendio e a tonnellate di mozziconi.

Ricordiamo e ringraziamo le sedie da giardino e il tavolo che, da sempre, resistono impavidi ad ogni agente atmosferico.

Ricordiamo le pareti, la muffa e i notissimi problemi di infiltrazione che i muri hanno ospitato. Muri che, a dirla tutta, sono stati eretti con criteri edilizi approssimativi o quantomeno comici.

Ricordiamo le vecchie tesi di laurea, scritte quando ancora i personal computer erano un lusso per pochi e che, da anni, sono state importante elemento d'arredo con la loro austerità e notevoli raccoglitori di polvere.

Ricordiamo i bidoni dell'immondizia, sempre troppo pieni e troppo puzzolenti, compagni fedeli di studio, veglianti alle nostre spalle.

Ricordiamo gli infissi esterni, rumorosi, sbilenchi, freddi e sicuramente nient'affatto isolati dalle intemperie esterne.

Ricordiamo con simpatia l'acqua che colava dalla porta della terrazza, per averci piacevolmente distratto dalle incombenze umanistiche, obbligandoci a correre ai ripari con stracci di dubbia natura.

Ricordiamo i nidi di vespe, aggrappati ad ogni possibile finestra o corrimano e ricordiamo, accanto a loro, la loro inevitabile distruzione.

Ricordiamo i termoconvettori, efficienti, ma incredibilmente humus di acari.

Ricordiamo l'auletta computer, con la sua connessione wi-fi bellamente instabile e meteoropatica.

Ricordiamo i vetusti PC, dono della regione, vecchi e lenti, ma sempre disponibili a soddisfare le nostre esigenze di navigatori... si, anche quelle!

Ricordiamo i tavoli traballanti e incisi, frutto di qualche designer non sicuramente affermato.

Ricordiamo l'improbabile frigorifero giallo e blu, che per anni ha accolto nella sua pancia le nostre bottiglie di acque e, efficacemente raffreddato le nostre birrette ristoratrici.

Ricordiamo il bagno, con le sue fantastiche piastrelle, il water eccezionalmente instabile e il lavandino da cui usciva solo ed esclusivamente acqua troppo fredda d'inverno e troppo calda d'estate.

Ricordiamo i turni di pulizie, sempre scritti ma mai rispettati e le pulizie stesse, inevitabilmente svolte con approssimativa fretta.

Non ricordiamo ma ringraziamo l'intonaco che cadeva, i caffè spanti a terra, la finestra da sempre rotta, le riunioni degli associati sempre sprovviste di quest'ultimi, gli squilli al telefono per farsi aprire, le chiavi perse e poi ritrovate, le telefonate private scroccate all'associazione, le stampe mai pagate e il bar deceduto.

Ricordiamo le frenate lasciate sul water, la carta igienica sempre finita, le prove d'amore dimenticate in bagno e nei cestini, i fogli di appunti sempre sparsi e mai rintracciabili, le sedie inquietantemente macchiate e le luci, dimenticate sempre accese, come le ciabatte, come le lampade, come il computer, come il modem e, a suo tempo, come la stampante.



Ma soprattutto ricordiamo e ringraziamo Voi, gli Associati, che dentro a quelle due stanze avete studiato e avete perso tempo, avete gioito per essere riusciti a passare un esame, un concorso, per essere riusciti a laurearvi, per aver pensato di dover mollare. Per voi che al sus ci andavate anche se non dovevate studiare, per voi che vi lamentavate di chi a studiarci non ci veniva affatto, per voi che al SUS avete riso, avete bevuto e avete mangiato, avete litigato, avete urlato e pianto, avete amato, vi siete innamorati.

Per voi che avete animato quelle stanze con tutto questo, per voi che lo avete realizzato, per voi che lo avete costruito e arredato, per voi che ci avete vissuto.



Per tutti voi...


SIAMO TORNATI.

p.s. inutile dirlo, ma per chiunque dovesse leggere questa dedica e si fosse mai iscritto al sus, la lacrimuccia ed un commento sono d'obbligo.