Chissà
quanti di noi e di voi avrebbero mai pensato di vedere il SUS,
vent'anni dopo, ancora vivo e vegeto, rinato, in forze e pieno di
energia.
Chissà
quanti di voi, in quel freddo novembre del novantatré, avrebbero
potuto pensare che, venti primavere dopo, questa creatura potesse
essere ancora in piedi e, anzi, come l'araba fenice ha trovato la
forza per ergersi dalle proprie ceneri distruttrici, così, questo
luogo di studio, di cultura, di socializzazione e di pace è riuscito
ad migliorarsi ed aprire una nuova sede.
La
stanza è cambiata, ma l'animo resta sempre lo stesso.
Proprio
in luce di questa svolta si rende d'obbligo una dedica a tutti voi e
a tutti noi, voi e noi, insieme, l'anima del SUS.
Ricordiamo
in primis Fornase tutta, ogni membro di questa comunità che ci ha
accolto, ospitato, che ci ha visto crescere accanto ai propri figli
che, oggi, forse, vengono a studiare proprio all'interno delle nostre
stanze.
Ricordiamo
tutti bene gli orrendi caffè che la macchinetta, vecchia ma stoica,
ci ha servito, permettendoci di tirare notte fonda, chini, sopra i
libri.
Ricordiamo
con affetto i vari posacenere che si sono susseguiti, che,
mirabilmente, hanno resistito a decine di principi d'incendio e a
tonnellate di mozziconi.
Ricordiamo
e ringraziamo le sedie da giardino e il tavolo che, da sempre,
resistono impavidi ad ogni agente atmosferico.
Ricordiamo
le pareti, la muffa e i notissimi problemi di infiltrazione che i
muri hanno ospitato. Muri che, a dirla tutta, sono stati eretti con
criteri edilizi approssimativi o quantomeno comici.
Ricordiamo
le vecchie tesi di laurea, scritte quando ancora i personal computer
erano un lusso per pochi e che, da anni, sono state importante
elemento d'arredo con la loro austerità e notevoli raccoglitori di
polvere.
Ricordiamo
i bidoni dell'immondizia, sempre troppo pieni e troppo puzzolenti,
compagni fedeli di studio, veglianti alle nostre spalle.
Ricordiamo
gli infissi esterni, rumorosi, sbilenchi, freddi e sicuramente
nient'affatto isolati dalle intemperie esterne.
Ricordiamo
con simpatia l'acqua che colava dalla porta della terrazza, per
averci piacevolmente distratto dalle incombenze umanistiche,
obbligandoci a correre ai ripari con stracci di dubbia natura.
Ricordiamo
i nidi di vespe, aggrappati ad ogni possibile finestra o corrimano e
ricordiamo, accanto a loro, la loro inevitabile distruzione.
Ricordiamo
i termoconvettori, efficienti, ma incredibilmente humus di acari.
Ricordiamo
l'auletta computer, con la sua connessione wi-fi bellamente instabile
e meteoropatica.
Ricordiamo
i vetusti PC, dono della regione, vecchi e lenti, ma sempre
disponibili a soddisfare le nostre esigenze di navigatori... si,
anche quelle!
Ricordiamo
i tavoli traballanti e incisi, frutto di qualche designer non
sicuramente affermato.
Ricordiamo
l'improbabile frigorifero giallo e blu, che per anni ha accolto nella
sua pancia le nostre bottiglie di acque e, efficacemente raffreddato
le nostre birrette ristoratrici.
Ricordiamo
il bagno, con le sue fantastiche piastrelle, il water eccezionalmente
instabile e il lavandino da cui usciva solo ed esclusivamente acqua
troppo fredda d'inverno e troppo calda d'estate.
Ricordiamo
i turni di pulizie, sempre scritti ma mai rispettati e le pulizie
stesse, inevitabilmente svolte con approssimativa fretta.
Non
ricordiamo ma ringraziamo l'intonaco che cadeva, i caffè spanti a
terra, la finestra da sempre rotta, le riunioni degli associati
sempre sprovviste di quest'ultimi, gli squilli al telefono per farsi
aprire, le chiavi perse e poi ritrovate, le telefonate private
scroccate all'associazione, le stampe mai pagate e il bar deceduto.
Ricordiamo
le frenate lasciate sul water, la carta igienica sempre finita, le
prove d'amore dimenticate in bagno e nei cestini, i fogli di appunti
sempre sparsi e mai rintracciabili, le sedie inquietantemente
macchiate e le luci, dimenticate sempre accese, come le ciabatte,
come le lampade, come il computer, come il modem e, a suo tempo, come
la stampante.
Ma
soprattutto ricordiamo e ringraziamo Voi, gli Associati, che dentro a
quelle due stanze avete studiato e avete perso tempo, avete gioito
per essere riusciti a passare un esame, un concorso, per essere
riusciti a laurearvi, per aver pensato di dover mollare. Per voi che
al sus ci andavate anche se non dovevate studiare, per voi che vi
lamentavate di chi a studiarci non ci veniva affatto, per voi che al
SUS avete riso, avete bevuto e avete mangiato, avete litigato, avete
urlato e pianto, avete amato, vi siete innamorati.
Per
voi che avete animato quelle stanze con tutto questo, per voi che lo
avete realizzato, per voi che lo avete costruito e arredato, per voi
che ci avete vissuto.
Per
tutti voi...
SIAMO TORNATI.